giovedì 28 giugno 2012

Tableau Vivant



Il figlio ventenne di una mia amica, gran bel ragazzo, è stato convocato per un casting.

Si tratta di partecipare ad una performance in cui attori in costume restano fermi e silenziosi, come in un quadro, che viene a sua volta filmato e fotografato.

La messa in scena è opera di uno dei più geniali e celebrati artisti italiani contemporanei, Luigi Ontani, che usa mascherarsi in vari modi, sfiorando spesso il kitsch e la provocazione fine a sè stessa, per puro spirito narcisistico.

Il nostro artista, naturalmente, ha partecipato a diverse Biennali di Venezia, ed espone in tutti i principali musei del mondo.

Ora dovrò proprio ammettere la mia profonda ignoranza nell'ambito del postmoderno, ma andando per curiosità a vedere le opere più famose di Luigi Ontani, che ora non si chiamano più opere d'arte, ma performance, gesti, azioni, mi sono imbattuta in questa:


E allora io mi chiedo, cosa è oggi l'arte? E cosa la bellezza? Per molto tempo la prima è stata identificata con la religione , affrancandosi da questo vincolo soltanto nel secolo XVIII, come bello al posto del bene assoluto, addirittura sostituendosi a Dio.

Ma ora sembra proprio che la parola bellezza sia stata addirittura estromessa dall'ambito artistico. Al suo posto si parla di emozione, o sensazione. Speriamo di non essere finiti in un binario morto.


lunedì 25 giugno 2012

Poesia o Follia?


Il 24 agosto sarà definitivo il verdetto per Breivik, il killer di Oslo che ha ucciso 77 persone.

Nel sentirlo illustrare lucidamente e serenamente le modalità con cui ha eseguito la "missione" , al fine di proteggere il suo paese dall'invasione musulmana, il vice presidente dell'organizzazione in supporto delle vittime ha rimarcato come ascoltare Breivik faccia ammalare.

Ma io mi chiedo: lui, il mostro, come percepisce la sua condizione? Alcuni psichiatri sostengono che sia affetto da una forma di schizofrenia paranoide, una sorta di "delirio lucido", aggravato probabilmente dall' ambiguità affettiva della famiglia. L'accusa, sulla base di questa diagnosi, chiede l'internamento psichiatrico. Lui però si definisce perfettamente sano di mente, e con atteggiamento glaciale rifiuta qualsiasi aiuto.

In questi giorni di piacevole stacco dalle cose quotidiane mi è capitato di parlare anche di questo, di follia.

La follia di un uomo poco più che coetaneo. Un uomo che ho conosciuto soltanto attraverso il racconto degli altri e la genialità delle cose che faceva. E che ora non si sa dove si nasconda.

Si poteva intuire dalla fisiognomica?
Guardo le foto. Tratti alteri e spigolosi, bocca sottile, naso importante.
Si poteva intuire dal modo umbratile, a tratti collerico, con cui si rapportava alle persone che amava?
Lo hanno sentito sbraitare al telefono con la madre, soltanto perchè aveva osato disturbarlo.
Si poteva capire da quegli esili volontari?
Non viveva mai a lungo nello stesso posto, e confessava lui stesso che aveva rischiato di perdere il contatto con la realtà, quando, trasferitosi in campagna, aveva abbandonato ogni regola.
Si poteva forse capire dalle descrizioni minuziose che faceva nelle sue storie pulp, dando la vita a certi antieroi violenti e malavitosi? Oppure quando narrava della lotta per la sopravvivenza di un giovane Robinson Crusoe ante litteram, per il quale gli insegnamenti della famiglia e dei libri letti erano stati fondamentali?
A me è rimasto impresso il bellissimo passaggio di un romanzo in cui faceva dire al suo personaggio che rifuggiva le persone, preferendo stare in silenzio e consentendo così alla sua anima, piena di buchi, di far entrare sempre cose diverse. E forse da uno di quei buchi che è entrata la maledetta follia?


lunedì 18 giugno 2012

Phisique du role.

Tre anni fa mi arriva una multa. Praticamente sarei passata con il rosso e per questo, oltre che dalla consistente sanzione amministrativa,  sono penalizzata dalla detrazione di sei punti dalla patente.
Non ci sto. Non passo mai in quella zona, nè tantomeno con il rosso.
Presento ricorso al Giudice di Pace, come mi consiglia un amico. 
Due anni fa mi arriva una raccomandata: se prima l'istanza presentata al Giudice di Pace era a titolo gratuito, ora devo pagare  un bollettino di 38 euro e spedirlo in originale, se intendo proseguire.
Pago il bollettino e spedisco il tutto, intenzionata ad andare fino in fondo.
Un anno fa mi arriva una altra raccomandata, che mi intima di pagare un'altra consistente multa perchè non ho indicato chi guidava l'auto. Ma che ne so chi guidava l'auto, se quell'auto non era la mia, e la multa non la dovevo pagare?
Vabbè, rispondo che ho presentato ricorso per la prima contravvenzione. Ma devo fare ricorso pure per la seconda, pagando altri 38 euro.
Finalmente, circa 15 giorni fa, ricevo la convocazione.
Stamane parto di buon'ora , cartellina portadocumenti piena zeppa, vestitino sobrio ma che calza a pennello, un velo di trucco.  Sempre di Tribunale si tratta, ed ho sempre avuto rispetto per quello che viene definito il Tempio della Giustizia.
Chiedendo a qualche abituee (giovani avvocati sguinzagliati per sbrogliare noiose pratiche burocratiche) dopo circa mezz'ora riesco a trovare l'"Aula" dove il Mio Giudice emette sentenze. Sono la seconda della lista. Entro in quella piccolissima stanza scalcinata ed aspetto. E lui arriva.
E' la mia prima esperienza , e sicuramente non mi aspetto nè la location di Forum, nè un giudice simpatico come il compianto Sante Licheri. Ma, vivaddio... Cicciotto, sudato, scorbutico... non saluta e ci caccia fuori perchè deve esaminare i fascicoli.
Quando viene il mio turno esalo un "Signor Giudice" senza alcuna convinzione, e lui se ne accorge. Racconto i fatti, tento di argomentare, ma ormai è andata. Mi dice che devo tornare alle 14 per conoscere la sentenza. Io dico che non posso. Mi dice che sarò informata per altre vie. Amen.

domenica 17 giugno 2012

Un mondo senza coming out.

Una volta scoperchiato il vaso di Pandora, in questi giorni non si parla di altro: quanti giocatori gay annoverano le  squadre di calcio? E quanti non vengono allo scoperto, continuando a frequentare, addirittura sposare, donne belle e famose?

In tempi non sospetti,  un mio amico gay, la cui stanza era tappezzata di manifesti del suo idolo calciante, si professava certissimo del fatto che il ragazzo in oggetto, nonostante una moglie,  appartenesse all'"altra sponda".

 Siccome ogni gay maschio che si rispetti è sempre alla ricerca di tracce di omosessualità latente, soprattutto se il soggetto in esame è un bellissimo uomo,  non gli davo peso più di tanto. Ed invece...

Poichè è vero che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio (i genitori non sanno assolutamente delle sue preferenze sessuali), il mio amico quando deve ospitare i genitori che vivono in un'altra città, toglie tutti i manifesti del suo idolo dalle pareti e si inventa fidanzate sparse.

Quando gli ho chiesto perchè non provasse a dirlo, mi ha detto che non se la sentiva di dare un dispiacere ai suoi. Non l'ho giudicato.

D'altra parte, sinceramente, i coming out "urlati" dei vari personaggi dello spettacolo non raccolgono la mia simpatia.  Quelli piagnoni e lagnoni, poi, sono insopportabili.  L'ultimo che ho sentito:

http://video.repubblica.it/cronaca/il-coming-out-del-giornalista-rai/98418?video=&ref=HRESS-31

Nel racconto mitologico il famoso vaso, ricevuto in dono da Zeus con il divieto di aprirlo,  viene scoperchiato da Pandora, che non riesce a trattenere la curiosità. L'unica cosa che rimarrà nel fondo del vaso sarà la  speranza. Il mondo diverrà desolato e triste, finchè non la lascerà fluire libera.

Utilizzerei una porzione di quella speranza per augurarmi che non si debba discutere della identità sessuale delle persone. Ci terrei proprio.

mercoledì 13 giugno 2012

Mangio Ergo Sum.

Ieri sera sono stata a cena da una cara amica, esperta della macrobiotica.

E giù zucchine, carote, fagiolini, rigorosamente cotti al vapore e senza olio. Da bere solo succo di mela al naturale.

Non posso annoverare quei cibi tra i più gustosi mangiati nella mia vita , ma gli ingredienti di base erano altri. La mia amica ha cucinato per noi due, con cura. Ha apparecchiato la tavola per noi due, in maniera semplice, ma elegante. Ed erano altrettanto tangibili l'affetto con cui mi ha accolto nella sua casa e l'intimità di quei semplici gesti.

Si dice che gli italiani siano l'unico popolo al mondo che mentre mangia parla di cibo. Ma non era sufficiente. Ora mentre si mangia si guardano le trasmissioni e/o i documentari sulla preparazione e sulla consumazione dei cibi, che in realtà vengono diffusi a tutte le ore e secondo i più svariati format..

C'è lo chef internazionale che istruisce giovani adepti, bravissimo ma cattivissimo, e lo sperimentatore di cibi immangiabili (non parliamo di ragni o cavallette, ma addirittura di carogne di animali trovati morti ai bordi delle strade).

Ci sono tettute presentatrici nostrane che si cimentano nella perfetta preparazione della cotoletta e bambini/mostri che ti sanno fare una "quiche lorreine" con i fiocchi.

Non appare strano mettere il cibo al centro della nostra vita, anzi.

Il cibo, in quanto fonte di sostentamento primario, ma anche di puro piacere, dovrebbe metterci in contatto con la nostra parte più intima e vera. Ma ormai mi pare di cogliere in questo, come in altri generi di piaceri, un atteggiamento sempre più passivo e virtuale.

E guai a chi non dorme:

 
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=201690&sez=SCIENZA

lunedì 11 giugno 2012

Ultima generazione.


- Non tutti possono essere orfani -
Jules Renard, Pel di Carota, 1894





Capita sempre, ogni volta che la mia famiglia si riunisce. La mia è una famiglia cosiddetta "allargata". Io, il mio compagno, sua figlia, i miei due figli, ed i rispettivi fidanzati del momento.

Capita che si stia molto bene, i ragazzi hanno una età che va dai 22 ai 30 anni, sono intelligenti, socievoli, smart ed hanno diversi interessi in comune, seppure ognuno abbia le sue peculiarità.

Si parla di un sacco di argomenti, dalla cucina, al cinema, ai viaggi, passando per l'ultimo esame all'università o lavoretto da iniziare.

Ma ad un certo punto accade qualcosa.

Magari arriva un sms che avvisa che il drago ha bisogno di cure, e allora la proprietaria del drago (o meglio dell'iPhone) mostra all'altra ragazza quell'ultima App che ha scaricato.
Il drago va nutrito, pulito, coccolato, e poi te lo puoi vendere.
Allora la seconda ragazza scarica il gioco, e comincia un "do ut des " di consigli che va avanti tutta la sera, allo scopo di vendere quel benedetto drago, sano e pasciuto.

Può capitare invece che i ragazzi si lancino nel gioco che gli consente di mostrare la loro abilità nell'indovinare tutti i loghi del mondo. Stanno in religioso silenzio, ognuno con il suo terminale tuttofare, rotto soltanto dalla sporadica richiesta di aiuto agli altri, quando proprio necessita.

Io ed il mio compagno, banalmente, leggiamo o sfaccendiamo per casa, accendendo il computer di tanto in tanto.

Ma ad un certo punto: "Mamma, guarda questo gioco, è fantastico!", oppure "A che punto sei arrivata di Angry Birds? Sei proprio una schiappa"





venerdì 8 giugno 2012

Armi di distrazione di massa.



Cadute un po' in sordina le intercettazioni piccanti e la straordinaria mitologia che riguardava l'ex Presidente del Consiglio, il governo dei tecnici non mostra particolari coloriture.
Anzi, possiamo proprio dire che i tempi sono cupi, e, come diceva Tonino Carotone "è un mondo difficile, e vita intensa, felicità a momenti, e futuro incerto". Per chi la volesse riascoltare:

Ma ecco che ci viene in soccorso la moda, perchè quest'estate il must è fluo. Leggendo sulle riviste specializzate è tutto un fiorire di termini come energizzante, rigenerante , rivitalizzante. Riferiti ai colori, naturalmente. Con pagine e pagine dedicate alle modalità di accostamento.

Se, per esempio, indossi un pantalone nero con un maglioncino dalla tonalità fluo (ad esempio arancione) da stringere in vita (per sottolineare le forme) puoi inserire una cintura di un'altra tonalità ma sempre elettrica e fluo (ad esempio il giallo). Un look azzeccato, per ogni occasione.

Mai, però, indossare un pantalone dalla nuance vivace abbinato a un monocromo nero o bianco: nella complessità avrai uno stile poco armonico e il rischio volgarità è in agguato.

E i costumi da mare? Il pezzo di sopra del bikini (quando viene indossato) , deve assolutamente essere di un colore diverso da quello di sotto. Sempre fluo. Non scherziamo.


E già immagino lo struscio domenicale sulle spiagge romane. Un godimento psichedelico, direi.




martedì 5 giugno 2012

Incubi notturni.

Ho sognato di diventare grassa. Non cicciottella, ma proprio obesa. 
Sarà che passando in rassegna il guardaroba estivo ho provato un paio di pantaloni e non si chiudevano bene, sarà che le amiche mi dicono che "di viso" sto tanto bene,  o sarà che la bilancia, in ultima analisi, me lo dica senza mezzi termini... insomma,  2/3  chili in più rispetto all'autunno ci stanno. 
Nel sogno non riuscivo neanche ad infilarmi nella cabina della doccia e una volta entrata (faticosamente) in auto,  nonostante tirassi come una forsennata la cintura di sicurezza, non c'era abbastanza lunghezza per farla passare sulla pancia ed agganciarla dall'altra parte. Che dire, un vero incubo, seppure nel sogno non avessi la percezione di essere infelice.
Oltretutto, all'extra-large dovremo abituarci. Nonostante le campagne di informazione salutiste, i valori nutritivi stampigliati su ogni singolo prodotto in vendita,  il rimando continuo ad immagini patinate di uomini e donne magri, perciò belli,  la diffusione di interventi chirurgici per ridurre la dimensione dello stomaco, le pillole per togliere l'appetito. 
Pare che rispetto al 1980 gli individui obesi siano raddoppiati (un miliardo e mezzo)  e si muore ormai più di cibo che di fame: in America ormai sono diffuse bilance che arrivano fino a 130 kg e gabinetti con piedistalli di rinforzo per evitare incidenti da sradicamento. 
 Come dice Marino Niola su Repubblica: "le carni tremule degli over-size diventano l'ologramma di un mondo schizofrenicamente diviso tra chi non ha abbastanza e chi ha troppo".
E immaginando un mondo tragicamente "smisurato"  mi vengono in mente quegli stereotipi culturali per cui la "cicciona" è più allegra e più buona della magra, o quel proverbio romanesco che dice: "omo de panza, omo de sostanza".