giovedì 27 settembre 2012

Quando la tartaruga è nel posto sbagliato.

Di un uomo palestrato e tonico, solitamente si dice che ha le spalle taurine e la tartaruga.
Ma, ahimè, la forza di gravità ed il tempo lavorano non soltanto per noi donne. E se è vero che per i cinquantenni una leggera pancetta e le rughe sul viso sono tollerate e in alcuni casi considerate elementi addizionali di fascino, se quella tartaruga non sta al posto giusto, e si sposta, mettiamo nel collo, sono guai.
Arnold Schwarzenegger, Michael Douglas, Sylvester Stallone, Dustin Hoffman, Bruce Willis. Sono alcuni dei divi che si sono sottoposti al riposizionamento della pelle del collo, per cancellare quelle antiestetiche grinze o la pappagorgia, a seguito del collo franato.
Vogliamo poi parlare della alopecia androgenetica? La calvizie, per intenderci. Per tanti che fanno della "boccia" addirittura un punto di forza (Jul Brynner, Jason Statham, Vin Diesel, Luca Zingaretti), quasi un simbolo di virilità, mi ha colpito la accorata confessione di Marco Masini, che è ricorso ad un trapianto di capelli artificiali, per ritrovare il suo appeal da adolescente (!)
Certo, a partire dai parrucchini di Cesare Ragazzi, di cui ricorderete i passaggi televisivi,  di strada se ne è fatta molta. Ma per chi non ha diecimila euro da spendere non rimane che il caro vecchio "riporto", così descritto in un trattato sulle metafore socio-percettive:


"Il riporto si forma nel tempo con l'abitudine di 'riportare' i capelli. Con l'espandersi della calvizie il riporto viene allungato fino ad attraversare la rosea sommità del capo con sottili striscie o con un velo vaporoso.
Il riporto non sostituisce i capelli perduti. Infatti si vede benissimo che il riporto non sono capelli. Non è un falso come la parrucca o il toupet. Il riporto mostra chiaramente che la persona è calva.
Il riporto non sostituisce, copre parzialmente alla vista. Il riporto è considerato socialmente come 'capelli'.
Finché il codice sociale riconosce il riporto come 'capelli', esso non appare inutile e il mascheramento viene accettato: la persona non è calva.
Tuttavia il riporto sta passando di moda perché si sta dissolvendo il codice sociale che finge che sia uguale a 'capelli'. Nel momento in cui il riporto non viene più considerato 'capelli' il mascheramento non tiene più. La persona è calva e in più diventa evidente il goffo tentativo di copertura. Tanto che oggi si preferisce mostrare la calvizie piuttosto che il riporto."


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